mercoledì 11 maggio 2016

CORTI SAPORI E COLORI A..SENAGO!!!!!!



CURIOSITA'
IN OCCASIONE DELLA FESTA DI DOMENICA 8 MAGGIO "CORTI SAPORI E COLORI" IL NOSTRO PRESIDENTE ROSSETTI HA ELABORATO DEI CARTELLONI APPOSTI NEI VARI CORTILI CON IL LORO "NOME" E I PERSONAGGI CHE LI HAN RESI FAMOSI. MI E'SEMBRATO BELLO CONDIVIDERLI CON VOI ANCHE PERCHE'SONO PROPRO LA MEMORIA STORICA DI UNA SENAGO D'ANTAN...SEMPLICE E VERA!!!
SENAGO SUBITO DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE E LA SCONFITTA DEL FASCISMO HA DEDICATO DUE DELLE SUE VIE CENTRALI A DUE PARTIGIANI E MARTIRI DELLA LIBERTA’ CITTADINI SUOI.

EMILIO LATTUADA NATO A SENAGO E RESIDENTE A SENAGO, INFERMIERE PRESSO L’OSPEDALE DI GARBAGNATE. ARRESTATO NEL 1944, INCARCERATO A SAN VITTORE, TRASFERITO AL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI BOLZANO, DEPORTATO NEL GENNAIO DEL 1945 NEL CAMPO DI FLOSSENBURG. MORÌ IL 13 APRILE DEL 1945 A POCHI GIORNI DALLA LIBERAZIONE.
LUIGI MANTICA NATO A SENAGO E RESIDENTE A SENAGO, INFERMIERE AL SERVIZIO AL CENTRALINO TELEFONICO PRESSO L’OSPEDALE DI GARBAGNATE. ARRESTATO DALLE BRIGATE NERE FU PORTATO IN CARCERE A BOLLATE, DOVE È STATO TORTURATO E UCCISO. TRASPORTATO POI NOTTETEMPO A GARBAGNATE, VENNE FATTO RITROVARE CON UN FINTO SUICIDIO PER IMPICCAGIONE.

I cortili o meglio “le corti” di Senago
Come in tutti i paesi del nord Milano, fino al periodo rurale del secolo scorso, venivano indicate col nome delle famiglie residenti più antiche e più numerose e spesso anche con il solo soprannome delle famiglie stesse. Quindi diverse corti erano note e riconosciute anche con nomi diversi, ma per i senaghesi non veniva fatta comunque alcuna distinzione e venivano immediatamente individuate quando era necessario parlare di esse per i fatti che in esse capitavano come una nascita, un matrimonio, un funerale o un evento eccezionale, come la morte di un soldato al fronte, e tanti sono stati i senaghesi caduti sia nella prima che seconda guerra mondiale, o anche per riunirsi ad aiutare i contadini per esempio a scartocciare le pannocchie di granoturco (a disluasà el furmentun) mentre qualche vecchio raccontava una storia (una bambana) o si diceva il rosario. La vita sociale era facilitata dalla non esistenza della televisione. Personalmente sono appassionato a fare ricerche per scoprire come era la nostra Senago nel passato, ma mi piacerebbe che anche altri, più preparati di me, possano far si che ai nostri ragazzi rimanga un vivo ricordo delle nostre radici, anche per quelli che sono arrivati in momenti più recenti.

1-CURT DEL SENAGHIN - DE L’ULISE –DEL BORGHI-DEL DAPIT- DEL TININ MALERBA
Senaghin era il ciclista Mantica Giuseppe che aveva il negozio di riparazione e vendita biciclette proprio sulla stessa via Mantica, mentre l’Ulise era il contadino Ravelli che possedeva un asinello divenuto famoso perché fu persino portato sul palcoscenico dell’oratorio per una farsa che fece tutti scoppiare dal ridere in quanto la bestia, una vota abituatasi alla luce intensa dei fari del teatro, finita la sua parte, non voleva più saperne di lasciare la scena e si dovette portarlo fuori di peso, ma l’asino si vendicò lasciando un profumato ricordino sul palco mentre potete immaginare cosa succedeva in sala. E l’asinello divenne famoso. Borghi Pino era il fornaio (el prestinee) e ancora oggi lì esiste un panificio che guarda verso piazza Borromeo. Martino Malerba invece è stato il barbiere- figaro ( el perüchee) del centro paese e da lui si recavano tutti i VIP di Senago a cominciare dal parroco don Giuseppe Cervini. Malerba è stato premiato dall’amministrazione senaghese per essere stato il più assiduo frequentatore, come cittadino, dei consigli comunali.

2-CURT DEL CARLU DOTT
Carlo Dotti era il costruttore di casse da morto, e quando i vicini sentivano il rumore di sega e martello sapevano che a Senago qualcuno era tornato a Dio. Il Dotti aveva anche il negozio di ferramenta gestito da due sue sorelle. Per fare pubblicità al loro negozio, all’acquirente che chiedeva ad esempio dei grossi chiodi dicevano sempre che si trattava degli ultimi, perché tutti gli altri erano stati comprati dal conte Borromeo (Brumea) per dire che erano fornitori di una nobile famiglia. Il bancone di questa bottega era di ottima fattura e di legno pregiatissimo (oggi avrebbe un valore inestimabile) e al centro le due sorelle tenevano una piastra di marmo dove verificavano le monete da cinque lire saggiandone la non falsità col suono che emettevano sbattendole sopra di essa.

3-CURT DE LA MILETA E DEL RUBERT
Emilia Gianotti e Roberto Chiesa: la prima, la moglie teneva un negozio di frutta, verdura e altro come la candeggina per il bucato che teneva sul bancone a fianco di una marmitta piena di fagioli messi a mollo. Il mestolo per prelevare i due prodotti pare che sia stato unico, ma nessun acquirente ha mai avuto problemi di stomaco. Mileta era sempre informata di come procedeva la guerra in Africa e se la fortezza di Tobruch , l'avamposto meglio difeso e fortificato dell'intera fascia nord africana sulla via per il Cairo, subiva perdite italiane, lei mentre stendeva i panni faceva da informatrice dicendo:”Tobruch l’è andà anca mo”. Il marito invece aveva un cavallo, un po’ ronzino, che tirava un carretto carico di frutta, verdura e altro e andava in paese a vendere porta porta. Il buon Rubert nutriva il suo cavallino spesso con carote che nel suo negozio appunto erano abbondanti. Di fronte al negozio sul marciapiede erano poste ceste di frutta in bella vista e non mancava mai che i ragazzi mentre si recavano all’oratorio o alla Bogna, secondario del Villoresi, per fare il bagno in estate, rubassero qualche frutto, rischiando di prendere qualche sonoro ceffone specialmente se in bottega era presente il figlio Romualdo.

4-CURT DI PUGLIAN-DEL PINGIOTA-DEL LATEE
Scarpulin era il Pogliani che si interessava dell’organizzazione degli artigiani ma si improvvisava anche calzolaio per aiutare la povera gente (bagat o scarpulin) papà dell’Alvise che tutti hanno conosciuto come impiegato in municipio insieme a Lino Sioli e Tina Fedeli, la mamma dell’attuale vice sindaco Maria Grazia Deponti. Il Pingiota era invece Giuseppe o meglio Pino, figlio del Vittorio Galli, che essendo un po’ rotondetto di diametro lo si chiamava col soprannome di “Pingiota”. I Galli avevano un bottega di frutta e verdura ma il loro piatto forte era d’estate l’anguria tagliata a fette poste sopra un grosso pane di ghiaccio che andavano a prendere alla ghiacciaia all’Isolino. Quelle fette erano una vera tentazione. Va ricordato che il frigorifero non esisteva ancora. Colombini Angelo invece era il lattaio (el latee) dal quale ci si recava con la bottiglia di vetro o con un piccolo contenitore di metallo con manico (la calderina) a prendere il latte. Così le vie di Senago non erano piene di pattume e sporcizia per gli scarti; la plastica non esisteva ancora e il vetro lo si conservava.

5-CURT DEL TABACHEE-DE L’ARISTIC-DEL GALET DEL ROGIA- DEL CANELA- DEL PULIRȌȌ
Ma il più famoso nome era dovuto a Vaghi Emilio, soprannominato “Milin dal Lesi” o anche “il Metro” in quanto questo uomo simpaticissimo era alto come un bambino, e le foto storiche che ancora esistono di quella vecchia Senago in possesso di Guido Sioli, mostrano questo oste che serve i suoi clienti ai tavoli all’esterno del negozio che da seduti sono alti come lui che sta in piedi. Aristide Chiesa era un contadino (paisan) che aveva nella stalla un cavallo robusto col quale andava ad arare i campi con altri contadini o a trascinare sulle aie le trebbiatrici del frumento. Le strade erano senza asfalto veri e propri sentieri e quei cavalli erano davvero animali insostituibili per alleviare le fatiche dei contadini. Il ruolo di oste e di tabaccaio fu anche di Amleto Canedi, detto “Canela” noto in tutta Senago perché l’osteria rimaneva aperta anche fino a tarda notte ad aspettare il ritorno del puman dei turnisti della Pirelli, e molti erano gli avventori. Il pollivendolo (el pulirȌȌ) era il Benvenuto Chiesa figlio del “Torino” (Arturo) che da contadini avevano poi aperto sulla via un bel negozio di pollame conigli e selvaggina. Da non dimenticare Natale Gianotti che si svegliava prestissimo per portare la legna dal sciustree (in segheria) tanto da paragonarlo a un gallo che da la sveglia al mattino(el galet del rogia).

6-LA POSTA
L’ufficio postale era ubicato proprio qui ed era gestito dal Pietro Danelli e la moglie Maria Soresina.
A dividere la via Lattuada dalla via Mantica c’è e c’era la Via VIII Maggio, che ricorda la data della fine della seconda guerra mondiale con la capitolazione della Germania. Ai tempi non aveva nome ed era nota come la ”Via di Strecc” perché portava direttamente nei campi ed era un sentiero per i carri trainati da cavalli.

Via Luigi Mantica - nomi delle corti lato sud

1-CURT DI VOLPI PERASC-DEL BARNARDIN-DEL SELMU-DEL GIULET-DEL LOLO –DEL PINCIN-DEL MOIA-DEL NANUN
Il contadino Volpi ( Perasc) dimostrava agli amici all’osteria o dal barbiere come esistesse l’America senza averla vista, perché diceva che a Genova c’è il mare e se non ci fosse stata un’altra sponda dalla parte opposta del mondo per contenerlo, l’America, il mare si sarebbe svuotato. Bernardo Rossetti Barnardin faceva “el marusee” aveva cioè un cavallo robusto che trainava un carretto appositamente adattato a contenere sabbia o ghiaia di cava che andava a consegnare ai cantieri edili di allora. Anselmo Tagni Selmu originario della Valtellina aveva un figlio all’estero precisamente a Boston e a lui si addiceva il soprannome di “Boston Ma ciò sete” in quanto Boston è la capitale dello Stato del Massachusetts. Tutti gli altri erano conosciutissimi ed ognuno aveva una vera storia per essere ricordato. Ad esempio el Nanun era il calzolaio (el bagat), papà di Ambrogio Colombo che esponeva all’ingresso del portone una targa che reclamizzava la marca di un lucido per le scarpe per ricordare la sua professione alla gente. In questo cortile ci fu anche un contadino che bruciò sulla cascina probabilmente perché era salito lassù per riposarsi sul fieno con un sigaro toscano acceso che per distrazione ne causò l’incendio.

2-CURT DEL BIGETU
Rodolfo Chiesa era “el Bigetu” un contadino importante con begli animali in stalla e un forte cavallo che si aggregava ad altri contadini per arare anche i terreni di altri e per i pesanti lavori dei campi. La moglie Lina era famosa perché capace di sistemare slogature perfino agli atleti, coi suoi stiramenti e massaggi a base di chiara d’uovo. Ti faceva vedere le stelle ma in un tempo brevissimo guarivi. Questa coppia di anziani sono stati i nonni del ex sindaco Enrico Chiesa e Ernesto presidente della Goccia.

3-CURT DEL PRANCASI E DEL LESI- PROPRIETÀ FATEBENEFRATELLI OSPEDALE DI MILANO E PORTAVA UNA TARGA IN MARMO ALL’INGRESSO PER RICORDARLO -“CORTE DEL FANTE”
L’ospedale di Milano Fatebenefratelli Fatebenesorelle Ciceri Agnesi era proprietario di molti terreni a Senago che dava in affitto ai contadini. Insieme alla terra aveva costruito bei cortili colonici dove con le abitazioni c’erano le stalle per gli animali, le cascine per il fieno ed i portici per gli attrezzi (i cass). Questi cortili erano distinti dal nome di una specialità di un soldato. Per l’esattezza questi cortili erano:
1. Corte dell’Aviatore oggi piazza del mercato Aldo Moro dove c’è il fruttivendolo
2. Corte dell’Alpino oggi parcheggio in via san Bernardo di fianco ai Vigili Urbani
3. Corte del Bombardiere ancora esistente come corte del mugnaio in via Martiri di Belfiore
4. Corte dell’Artigliere era in via IV Novembre lato ovest di fronte alla Curt del Pustin
5. Corte del Fante oggi edificio del comune angolo ovest inizio via IV Novembre
La curt del Prancasi ( Pogliani Pancrazio) era proprio quest’ultima. Tutti e tanti contadini. El Lesi (Alessio Deponti) era il campiere del Villoresi, si interessava di dare dare l’acqua ai campi aprendo e chiudendo a orari precisi, anche notturni le paratoie dei canali secondari d’irrigazione (i canarei). Qui c’era anche il Carlo Pelizzoni con la moglie Margherita. Entrambi fecero una triste fine, ma la curiosità di questi coniugi era che possedevano un cane il cui nome era “Cane”.

3-CURT DE LA FOPA
Qui c’era un posto telefonico pubblico ed era ubicato propria all’usteria de la Fopa gestita dalla Maria Zoani e poi dalla figlia Iride Martignoni sposa di Lino Bianchi. Il nome fu dato in quanto il Martignoni Edoardo, marito della Maria Zoani, veniva da Milano Largo La Foppa. In questa osteria in tempo di guerra quando i tedeschi erano ubicati in villa Borromeo, spesso i loro superiori e ufficiali venivano qui a mangiare. Nel cortile de la Fopa c’era il Togn (Antonio Galimberti) che in uno sgabuzzino lavorava come falegname mandando attorno un acre odore di colla. Durante le feste quando la banda cittadina passava per le strade ed in particolare per il IV Novembre, il Togn portava uno splendido cappello di bersagliere con le lucenti piume di gallo cedrone e veniva invidiato da tanti ragazzini. C’era anche la famiglia di Colombo Pietro (el Perela) e i Gianotti. All’esterno sulla via il negozio del ciclista Mili (Emilio Casiraghi), la cui moglie era la portinaia del cordificio Sioli).

4-CURT DEL BRIUSC-DEL CATANI- DEL TAMBUREL-DEL LÜSANIN-DEL GHES IGNAZIO
Grande cortile ben soleggiato perché le abitazione erano rivolte a sud, con moltissime famiglie contadine e figure di personaggi caratteristici come il Dante Cattaneo che possedeva una mula famosa in tutto il quartiere di San Bernardo. Dai Cattaneo contadini è uscito anche un ingegnere nucleare Adelio che ha dato lustro al nostro paese. Prima insegnante , poi assunto alla centrale di Caorso e Trino Vercellese. Dalla divisione nucleare Breda di Sesto fu mandato in Texas per programmi prestigiosi a livello mondiale. Stava sei mesi all’estero e sei mesi in Italia. Era tornato a Senago per un breve periodo prima di partire per la Russia ma fu stroncato da un male ignoto, forse radiazioni nucleari dovute al suo lavoro che lo assorbiva totalmente. La sua tomba, nel corsello subito a sinistra nel cimitero di Senago è riconoscibile perché il fratello Bruno ha posto su di essa il simbolo dell’atomo con i neutroni che girano attorno al nucleo, come quelli che troviamo nei musei di scienza e tecnica. In questa corte abita ancora Mario Brioschi – classe 1921- che ha fatto la guerra di Russia tornandovi sano e salvo, mentre poi ha perso un occhio colpito da diverse schegge di ghisa mentre torniva parti di un motore alla Brown Boveri.

5-CURT DEL GIACUM E LA STELA RAINOLD
Stella e Giacomo vendevano tessuti e abiti e ancora oggi gli eredi esercitano questa professione e ben visibili sono le ricche vetrine di via Mantica . Nel cortile c’erano anche personaggi noti come el Tugnì Varee Antonio Rossetti presidente della cooperativa di consumo dei socialisti a San Bernardo, il camionista Borchia che con gli Abbiati portava i ragazzi con don Giovanni Fumagalli nella colonia di Esino Lario, naturalmente non in pulman ma su un camion. La famiglia Zucchelli (Francesco è oggi un esponente importante a Senago della Protezione civile) e anche il fascista Panchetti. Sulla via si aprivano a destra il bar Rainoldi, del Carletu (Carlo Rainoldi) con tanto di sala biliardo. A sinistra il fotografo Luigi Monti con la moglie Luigia, storica famiglia senaghese che ancora esercita questa professione e che ha immortalato in fotogrammi gli eventi più importanti di Senago come matrimoni, personaggi come i sindaci, i preti, le processioni, le calamità ecc.

6-CURT DEL LIGIU MACELAR
È l’ultima corte della via Mantica. El Ligiu Eligio Mantica fu anche podestà di Senago al tempo di don Ambrogio Rocca. Aveva un grande macello di carni bovine a san Bernardo che forniva anche grandi ospedali oltre al paese, e proprio all’inizio della via Mantica c’era il portone del suo cortile e la bottega di macelleria dove servivano degli addetti mentre la moglie, signora Maria Erminia stava alla cassa. Il figlio maggiore Luigi divenne il veterinario di Senago. Ancora oggi alcuni della famiglia continuano la professione nel commercio delle carni in via Volta. Nel cortile abitava anche la famiglia di Gianni Porro un notissimo senaghese. Sulla via si affacciava la cartoleria- edicola-chincaglieria delle figlie del Mariu manin il postino di Senago che pur mutilato a un braccio, serviva tutto il paese in bicicletta.
Sul lato opposto della via Mantica di fronte alla macelleria ai numeri civici dispari c’era la

7-CURT DEL RIVA-DEL BRAMBILLA-DEL CIANȌ
Nel cortile al primo piano abitava Emilio Riva con la moglie Clementina; era un bagat ,anche lui invalido a una gamba: avevano una figlia ed il figlio Luigi, ma per tutti i ragazzi di san Bernardo era noto come il Mentina . A destra nel cortile c’era la numerosissima famiglia Brambilla in un locale che in precedenza ospitava un biliardo. Il capofamiglia el Geni (Eugenio) riusciva con la carabina ad aria compressa, seduto sui gradini della vicinissima chiesa di san Bernardo a colpire tanti passeri che si appoggiavo sul recinto della casa di don Giuseppe Fumagalli, coadiutore rimasto a Senago per ben 60 anni, e il tutto mentre si cibava utilizzando come piatto una marmitta, tanto che veniva soprannominato “Marneta”che nel dialetto senaghese significa grande recipiente. In inverno le nevicate erano abbondantissime e i ragazzi di san Bernardo pestavano la neve per creare una pista scivolosa che andava dalla chiesa fin oltre l’entrata di quella corte, e il Brambilla la rovinava versandoci sopra cenere o acqua calda. Ma il rifacimento era immediato, data l’abbondanza della neve disponibile. Un negozio di motocicli era a piano strada e apriva i battenti verso piazza san Bernardo, era la bottega del CianȌ (Colzani) che in seguito passò ai veneti Chinello.

8-CURT DEL PRESTINEE
Si tratta del fornaio (prestinee) Guido Crippa con la moglie Cecilia e la cognata Rina. Queste ultime gestivano il negozio che dava sulla strada; ancora oggi c’è un fornaio. All’interno del cortile le massaie arrivavano con la carriola e la farina necessaria per preparare il pane che nel prestin veniva impastato, lavorato e messo a cuocere nel grande forno. Durante le festività le donne preparavano anche biscotti e torte per la gioia della famiglia. Il profumo di quelle cotture è rimasto impresso nelle nari e nella mente di tanti senaghesi. All’esterno sulla via c’era lo storico barbiere Giambela (Colzani) e l’ortolana Zuilla Bosero col marito Berto Valadè. In seguito questo esercizio fu gestito dai Malerba.

9-CURT DI CASIRAG-DI VOLPI-DI FINETT- DI VALTELITT
Oggi porta la targa “curt del partigiano” soprannome dato da un valtellinese che venne ad abitarvi con molti parenti, ma la corte era nota per le famiglie senaghesi che ancor prima la abitavano.

10-CURT DEL PESINA-DEL GINET
Era il cortile dove il Pessina aveva la bottega di fabbro e dove si vedevano spesso le sfavillanti luci, bagliori emessi dalla saldatrice elettrica usata per i lavori di carpenteria o per riparare un attrezzo agricolo come un erpice, un aratro, un cancello metallico ecc. Ginet sono la famiglia dei Chiesa oggi Ambrogio e Mario, una famiglia di contadini importante.

11- CURT DEL CISLAG-DEL PANSCIUN-DI STROSS-DI ɀUAN-DEL CUCI
Sembra che un tempo fosse stata un convento. Durante alcuni scavi in loco si trovarono ossa umane proprio all’interno della proprietà del RicȌ Zoani. Zoani saliva sul campanile a suonare le campane a festa durante le processioni o ricorrenze particolari, agganciando i batacchi delle campane con delle corde ad una grossa tastiera che si azionava non con le dita ma col pugno delle mani. Molti ragazzi aspettavano questi eventi per salire assieme a lui sul campanile mediante aeree scale a pioli per godersi lo spettacolo musicale e visivo di Senago. Zoani era anche un appassionato ed eccellente suonatore di fisarmonica. Vittorio Cislaghi con la moglie Ernesta erano contadini e possedevano molte pertiche di terra. Coltivavano persino asparagi in quantità e il loro cavallo era fra i più forti del circondario e non solo del paese. Simile ai Cislaghi erano gli Strozzi e i Minora il soprannome dei quali” pansciun “definisce chiaramente la stazza di un loro avo. Il Cuci era invece Vittorio Rossetti della famiglia del MarcȌ Rossetti, figura caratteristica nota in tutta Senago soprattutto perché grande frequentatore del bar Sartun di senaghino dove si raccontava e succedeva di tutto e di più.Oggi questo è uno dei cortili del cuore del paese all’esterno del quale si aprono negozi di commercianti, banche, bar, oreficerie ecc. che danno sulla piazza Matteotti.

RITORNANIAMO SULLA VIA EMILIO LATTUADA LATO NORD
Non c’era alcuna corte con il passaggio da questa via bensì una serie di negozi collegati al cortile di piazza Matteotti (el Curtun) come il mercante Corio Pietro, la macelleria Fumagalli che come richiamo aveva posto in alto sopra l’entrata la testa di un bovino in grandezza naturale di un bel color rosso. La bottega del barbiere Annibale Casiraghi che sarà anche sindaco di Senago e il bar Commercio del Malerba con annesso il bocciodromo. Questo era adiacente al cinema che i Reduci della seconda guerra mondiale avevano costruito in piazza –oggi- Generale Alberto Dalla Chiesa, che faceva concorrenza al cinema dell’oratorio di via Repubblica.
Grazie Rossetti della passione che ha per non far perdere l'idendità storica del nostro paese e per avermi permesso di stamparle sul post UTL 






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